C'era una volta l'ITALIA, il "Bel Paese"
- Blog by Stefano Lecca
- 17 gen 2017
- Tempo di lettura: 2 min
Ma chi l'avrebbe mai detto 60 anni fa? Il 17 gennaio 2017, quasi increduli ci troviamo all'indomani del taglio rating dell'Italia col quale la DBRS ha retrocesso l'Italia a BBB nei rapporti con la BCE.

Un taglio che comporterà un aumento automatico degli "haircuts", cioè i tagli dei nostri titoli di Stato portati a garanzia.
Questa decisione dell'agenzia canadese di rating dovuta a fattori come l'incertezza politica, a l'incapacità di sostenere le riforme, oltre alla debolezza del sistema bancario, limiterà di fatto le prospettive di rialzo dell'economia italiana. Come si suol dire: "sempre peggio" !
Il downgrade avvicina così la valutazione di DBRS a quella di FITCH, MOODY'S e STANDARD & POORS rispettivamente BBB+, Baaa2 e BBB- .
Poche ore dopo questo declassamento l'ex assessore di Milano Stefano Boeri, in una intervista, lancia un grido di rabbia asserendo che oggi l'Albania è più avanti di noi !
L'Albania dopo oltre 60 anni di arretratezza, ora investe in metropolitane, piani regolatori, e modernizza l'economia e la società.
Ma l'Albania non è l'unico paese in fase di grande modernizzazione e sviluppo economico. Basta fare un giro nei paesi dell'ex Patto di Varsavia per cogliere che oggi hanno tutti una marcia in più rispetto all'Italia. Investimenti, lavoro, infrastrutture, gestione ottimale dei fondi europei, trascinano lo sviluppo sociale ed economico.
Noi in Italia abbiamo restrizioni dal Governo centrale, vincoli grandi come macigni dall'Europa, che si sommano alla incapacità di cogliere con competenza quanto l'Europa mette a disposizione con i fondi europei.
Perdere le opportunità perchè non ne veniamo a conoscenza o semplicemente non sappiamo gestirle, rattrista e sconforta.
In definitiva, in Italia non è da cambiare solo la classe politica; al pari è da cambiare anche la classe amministrativa e burocratica. Sì perchè, se da un lato abbiamo ministri dell'Istruzione e dell'Università che non sono nè laureati nè diplomati, ma solo in possesso della 3^ media, anche la classe dei burocrati di Stato si trova in difficoltà a istruire un progetto europeo mentre in altri paesi sono preparati, competenti e perfettamente in grado di formulare progetti europei.
La lettura di questo disfacimento può essere riassunto nel paradosso tutto italiano, nel quale abbiamo assessori comunali al bilancio che nella loro vita lavorativa e formazione scolastica sono inseriti nella sanità pubblica e ogni tanto troviamo finti medici che ricoprono il ruolo di primario di reparto. Qualcosa credo non vada proprio come dovrebbe andare ....................
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